romanzo

20 05, 2015

Scrittura, Terapia, Editing. In questo ordine. L’autore riflette.

Di |2016-11-01T20:16:20+01:00Maggio 20th, 2015|il sangue di trilussa, romanzo|0 Commenti

Sapete, è il mio primo romanzo che va a pubblicazione. Una storia così lunga è diversa da articoli - accademici, giornalistici o 'creativi' che essi siano. Un romanzo nasce tuo malgrado, vive una sua adolescenza a prescindere dal genitore, si ribella, scappa ed è incoercibile nella sua sete di indipendenza. Se gli chiudi una porta, esce dalla finestra, e bisogna dedicargli molta severità. Allo stesso tempo, però, bisogna stare in campana per fare sì che cresca in modo armonico, che respiri, che tesaurizzi le sue esperienze. Quindi bisogna dosare la severità con una qualche dolcezza, molta comprensione e tantissimo ascolto. Sembra difficile, e alla fine lo è. Però è allo stesso tempo tutto molto naturale: dentro un romanzo c'è molto di chi lo scrive, anche se lui fa di tutto per nasconderlo. Si vergogna, non vuole camminare con te che gli tieni la mano, è grande.  Rileggendolo, tenendoti a distanza di pudicizia, riconosci te stesso, in quel caos di personaggi, situazioni, [...]

19 05, 2015

Manfredi a casa di Livia

Di |2016-11-01T20:16:20+01:00Maggio 19th, 2015|La Sezione Aurea, romanzo|0 Commenti

Logo-Trilussa Manfredi inserì le chiavi nella toppa e aprì, intuendo quasi subito il gioco della serratura. Si trovò davanti un bel salone, aperto e luminoso, con delle finestre ampie, velate da tende candide e pulite. Il salotto era di ottima fattura e non c’era, Manfredi apprezzò, nemmeno un mobile Ikea. Il tavolino basso di vetro era sbracato, ma proveniva sicuramente da un mercatino di modernariato sofisticato radical-chic. Il tappeto peloso, anche se macchiato di rosso su un angolo, si accordava con tutto l’insieme. Il pavimento era una graniglia popolare, di quelle sale e pepe, tipica degli alloggi di Garbatella; le persiane erano in ottimo stato, segno di una manutenzione costante; sul pianoforte verticale erano appoggiate delle fotografie che attirarono subito la sua attenzione. Ci si avvicinò, anche perché lì accanto c’era una libreria non troppo grande, ma sfruttata in ogni centimetro. Per prima cosa Manfredi prese il panetto di fumo e lo ripose dentro il pianoforte, proprio dove aveva detto [...]

9 05, 2015

Ramesh Mohinder sulla tassista violentata

Di |2016-11-01T20:16:20+01:00Maggio 9th, 2015|il sangue di trilussa|0 Commenti

Logo-Trilussa Ho spesso pensato che il ricorso all'autorità come strategia di difesa sia un marcatore della nostra futura estinzione. Alla loro invenzione, i social network furono salutati come il veicolo dello slancio evolutivo più forte che l'umanità avesse mai conosciuto. Il web 2.0 promise la costruzione di una coscienza nuova, più di quanto non fosse mai stata nell'epoca delle strutture sociali solide. Non è passato tanto tempo, anzi; non si è nemmeno entrati nella prospettiva storica, visto che chi ha quarant'anni è nato in un mondo ed è maturato in una realtà mutevole come non mai. Per dire, io sono passato dal Commodore 64 all'iPad. Dai pennarelli per darsi appuntamenti davanti a scuola (scrivendo sul solito cartellone pubblicitario) a WhatsApp. dalle lettere imbevute di Brüt 33 per la ragazzina di cui ero innamorato alle email con i gattini. Sì, lo so. È un discorso banale, trito e ritrito, fatto un miliardo di volte. E poi non volevo nemmeno [...]

7 05, 2015

Giulio Galati allo SCuP

Di |2016-11-01T20:16:20+01:00Maggio 7th, 2015|il sangue di trilussa, romanzo|0 Commenti

Logo-Trilussa Di fronte a Via Nola, il cordone di poliziotti è lo squallido preservativo tra il quartiere e l’interesse privato. Il braccio armato della proprietà. L’esecutore materiale dell’ingordigia turbocapitalista. Dentro allo spazio che il quartiere aveva guadagnato con le attività dello SCUP, le ruspe stanno abbattendo pareti, sfondando finestre, rendendo inservibili degli spazi che la comunità aveva eletto come propri. Ma poi, per farci cosa? Per rivendicare il diritto di far marcire del cibo mentre il tuo vicino muore di fame, solo perché tu hai avuto i soldi per comperarlo? E Quindi? Questa è una città che soffre di asfissia. Qualcuno ha ritenuto di usare degli spazi *vuoti* per organizzare una palestra, una sala lettura, uno spazio per bambini, tutte iniziative nobili, che gettano un ponte tra società e istituzioni, Dio solo sa quanto ci serve questa dialettica costruttiva. Quale cazzo di potere preferisce le macerie agli asili nido? Ma poi, che dire di noi? Che dire di [...]

5 05, 2015

Martino Onorato e il Jazz

Di |2016-11-01T20:16:21+01:00Maggio 5th, 2015|La Sezione Aurea|0 Commenti

Logo-Trilussa Buio. Pensieri volgari, aggressivi. La sfiga più nera. La mattina si era alzato alle undici, aveva fatto il caffè con gli occhi abbottonati e stava per sorbirselo sul balcone di casa. Bella giornata, una cazzo di bella giornata. Solo che aveva sentito una puzza strana nell’aria: non era ottimista. Non era un gran periodo. Andava a strappi; quando gli diceva male, per settimane una iella implacabile, spietata lo tartassava senza soluzione di continuità. E quella giornata puzzava, dal suo tardo inizio, maledettamente. Di plastica bruciata. Capì, ma non fece in tempo. La caffettiera che era rimasta vuota sul fuoco acceso, esplose mandando in mille pezzi la cappa di vetro smerigliato; in frantumi anche la tazzina che Martino aveva in mano, caduta per lo spavento rabbioso. Era successo un macello. La cucina era inondata di frammenti di vetro, finiti ovunque, anche nella roba da mangiare. Avrebbe dovuto pulire tutto, buttare un sacco di provviste e andare a fare la [...]

5 05, 2015

Alessandra Corazza

Di |2016-11-01T20:16:21+01:00Maggio 5th, 2015|il sangue di trilussa, romanzo|0 Commenti

Logo-Trilussa Io non capisco. Ora che finalmente c'è qualcuno che si forza a levare le ragnatele da questo paese, che si decide a smontare il sistema di clientele e corruttela che ci hanno condannato all'irrilevanza nel mondo,  che tutti si lamentano. E sì che ora che c'è una legge elettorale; e sì che dice che finalmente la scuola comincerà ad assumere i precari. Oddìo, per come sta la scuola pubblica adesso, facevano meglio ad assumerli direttamente dai barconi, almeno si sarebbero intesi con gli alunni... E sù, stavo scherzando. Un po' di ironia non ha mai fatto male a nessuno, no? Io sono sempre stata di sinistra. Libertà, solidarietà, giustizia sociale; questi sono i valori che mi sono sforzata di trasmettere ai miei due figli, Bernardo e Manfredi. Il primo, che fa il medico, li ha recepiti anche con troppo entusiasmo, visto che se n'è andato in Africa con la ONLUS di qualche centro sociale  occupato ad aiutare quei [...]

31 07, 2014

La roba pazza che strumpallazza

Di |2016-11-01T20:16:21+01:00Luglio 31st, 2014|Edelweiss, il sangue di trilussa, il sangue di trilussa, romanzo|0 Commenti

http://www.youtube.com/watch?v=QUGunnY8iLw   Sottotitolo: traiettorie imprevedibili che azzerano i tuoi eroi dell'infanzia. Sì, vabbeh. Non è bene piangersi addosso. Certo, siamo d'accordo. Non è che le cose vengono così, senza sforzo. Bisogna passare per la fase del rifiuto, di una forma di umiliazione dell'ingegno, esperire la fine per arrivare al principio. Ennàmo, è chiaro che il mio libro sia stato rimbalzato dal quarto editore di fila. Non convinceva appieno nemmeno me. Come, d'altronde, tutto quello che faccio. Non mi convinceva e non mi convince perché conosco il processo mentale che origina la roba mia, e il percorso creativo che sottende ogni mia traccia su questo mondo. Io non darei credito a uno che ragiona come me, quindi per alcuni versi sono d'accordo con le scelte degli editor che hanno cassato il mio lavoro.  Meno male che non tutti sono così inflessibili, e meno male che il mondo è pieno di varietà, perché sennò non avrei neanche finito le medie, figuriamoci un Dottorato di Ricerca. [...]

6 06, 2014

Adiga e Ghosh: due finalisti, un’esigenza

Di |2016-11-01T20:16:22+01:00Giugno 6th, 2014|La Sezione Aurea|0 Commenti

Aravind Adiga, il vincitore del Man Booker Prize del 2008 (la stessa edizione in cui Sea Of Poppies è finito in Shortlist), ha centrato il suo lavoro The White Tiger sull’esistenza di una doppia India (ciò che abbiamo chiamato in questa sede “Bharat”, lui le chiama “le Tenebre”[1]), e su una romanzata possibilità di passaggio da Tenebre a Luce attraverso l’omicidio del proprio padrone. Nell’etica servile, spesso menzionata dal protagonista, il rapporto che lega servo e padrone è spesso paragonato a quello genitoriale, e l’omicidio del proprio padrone si configura quindi come una declinazione del complesso di Edipo, e l’espediente narrativo di traslazione freudiana ci dice molto. L’opera di Adiga è interamente scritta in prima persona, e annulla di fatto la distanza tra narratore e protagonista; si presenta sotto forma di lunga lettera ad un solo destinatario - sullo stesso schema – per intenderci di Lettera al mio Giudice di G. Simenon o di Lamento di Portnoy di Philip Roth), [...]

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