Martino Onorato e il Jazz
Logo-Trilussa Buio. Pensieri volgari, aggressivi. La sfiga più nera. La mattina si era alzato alle undici, aveva fatto il caffè con gli occhi abbottonati e stava per sorbirselo sul balcone di casa. Bella giornata, una cazzo di bella giornata. Solo che aveva sentito una puzza strana nell’aria: non era ottimista. Non era un gran periodo. Andava a strappi; quando gli diceva male, per settimane una iella implacabile, spietata lo tartassava senza soluzione di continuità. E quella giornata puzzava, dal suo tardo inizio, maledettamente. Di plastica bruciata. Capì, ma non fece in tempo. La caffettiera che era rimasta vuota sul fuoco acceso, esplose mandando in mille pezzi la cappa di vetro smerigliato; in frantumi anche la tazzina che Martino aveva in mano, caduta per lo spavento rabbioso. Era successo un macello. La cucina era inondata di frammenti di vetro, finiti ovunque, anche nella roba da mangiare. Avrebbe dovuto pulire tutto, buttare un sacco di provviste e andare a fare la [...]