anadi mishra

23 05, 2015

I soldi e le persone

Di |2016-11-01T20:16:20+01:00Maggio 23rd, 2015|La Sezione Aurea|0 Commenti

Lo sgombero (con ruspe salviniane) dello ScUp. Ora Casetta Rossa sotto attacco. Le discussioni paracalcistiche, che vertono su una Serie A centrata sulla capacità economica, prima che sul merito, come se non fosse chiaro che svuotare lo sport dal sogno dell'impossibile lo uccide, e con lui il profitto che tanto sta a cuore a Lotito, Galliani & C. Mi pare che questo periodo sia contrassegnato da un attacco molto feroce del Capitalismo a matrice da Pensée Unique a tutte quelle strutture che pongono il benessere umano al loro centro, e che che a farne le spese siano tutti coloro i quali si rifiutano di subordinare una qualsiasi idea di felicità al proprio conto in banca. C'è un bipolarismo (diverso) che sta prendendo piede, che è al moneto l'unico argine al Capitalismo da crescita. Non è un granché, e promette peggio. Parlo dell'ascesa dell'ISIS nell'agone internazionale, intorno a cui è costruita un'informazione strana, sia da chi lo promuove, sia da chi lo osteggia. I primi utilizzano [...]

20 05, 2015

Un calcio al vento

Di |2016-11-01T20:16:20+01:00Maggio 20th, 2015|il sangue di trilussa, La Sezione Aurea, romanzo|0 Commenti

Oggi c'è la finale di Coppa Italia, e io sono qui, a Morlupo, cercando di tirare le somme degli ultimi anni di vita. Ci sono i soldi, che mancano sempre, e si affacciano i rimpianti di chi ha sacrificato la costruzione di una maturità sull'altare di una libertà di pensiero, che ogni giorno che passa assomiglia sempre più ad una catena, e pure corta. C'è l'orizzonte sentimentale, ballerino, scontento, frustrato nelle sue aspirazioni, più che legittime. C'è una solitudine non sempre disperata, ma pericolosa nei suoi aspetti più "addictive". C'è il mio libro, figlio di carta non particolarmente amato, ma di cui vado comunque fiero. La finale, dice. Mi immagino Fabiano Borghese, laziale vero, che si prepara per lo stadio con quattro o cinque amici suoi. Mi immagino Martino Onorato (non quello vero, il *mio* Martino Onorato, che condivide con quello in carne e ossa un discutibile amore per dei colori sbagliati) guardare la partita accucciato su un trespolo, nella [...]

20 05, 2015

Scrittura, Terapia, Editing. In questo ordine. L’autore riflette.

Di |2016-11-01T20:16:20+01:00Maggio 20th, 2015|il sangue di trilussa, romanzo|0 Commenti

Sapete, è il mio primo romanzo che va a pubblicazione. Una storia così lunga è diversa da articoli - accademici, giornalistici o 'creativi' che essi siano. Un romanzo nasce tuo malgrado, vive una sua adolescenza a prescindere dal genitore, si ribella, scappa ed è incoercibile nella sua sete di indipendenza. Se gli chiudi una porta, esce dalla finestra, e bisogna dedicargli molta severità. Allo stesso tempo, però, bisogna stare in campana per fare sì che cresca in modo armonico, che respiri, che tesaurizzi le sue esperienze. Quindi bisogna dosare la severità con una qualche dolcezza, molta comprensione e tantissimo ascolto. Sembra difficile, e alla fine lo è. Però è allo stesso tempo tutto molto naturale: dentro un romanzo c'è molto di chi lo scrive, anche se lui fa di tutto per nasconderlo. Si vergogna, non vuole camminare con te che gli tieni la mano, è grande.  Rileggendolo, tenendoti a distanza di pudicizia, riconosci te stesso, in quel caos di personaggi, situazioni, [...]

19 05, 2015

Manfredi a casa di Livia

Di |2016-11-01T20:16:20+01:00Maggio 19th, 2015|La Sezione Aurea, romanzo|0 Commenti

Logo-Trilussa Manfredi inserì le chiavi nella toppa e aprì, intuendo quasi subito il gioco della serratura. Si trovò davanti un bel salone, aperto e luminoso, con delle finestre ampie, velate da tende candide e pulite. Il salotto era di ottima fattura e non c’era, Manfredi apprezzò, nemmeno un mobile Ikea. Il tavolino basso di vetro era sbracato, ma proveniva sicuramente da un mercatino di modernariato sofisticato radical-chic. Il tappeto peloso, anche se macchiato di rosso su un angolo, si accordava con tutto l’insieme. Il pavimento era una graniglia popolare, di quelle sale e pepe, tipica degli alloggi di Garbatella; le persiane erano in ottimo stato, segno di una manutenzione costante; sul pianoforte verticale erano appoggiate delle fotografie che attirarono subito la sua attenzione. Ci si avvicinò, anche perché lì accanto c’era una libreria non troppo grande, ma sfruttata in ogni centimetro. Per prima cosa Manfredi prese il panetto di fumo e lo ripose dentro il pianoforte, proprio dove aveva detto [...]

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