Questo ritorno nella mia città natale continua ad essere molto strano. Non ho incontrato nessuno, eccezion fatta per Valerio ed Alessio – entrambi legati dalla passione per le moto – e Davide e Michele, i fratelli che hanno in cura Garuda. Fanno eccezione Moneti e le Cane, con le quali però ho mantenuto un atteggiamento (nei limiti) più distaccato del solito. Scegliendo la moto invece della macchina ho intrapreso un percorso più egoistico, e ho optato per un mezzo a due ruote per massimo due umani, invece che una Multipla, adatta portare sei forme di vita varie.
Questa ricerca della solitudine estrema continua a farmi riflettere. Mi danno da pensare le modalità con cui sono arrivato fino a questo punto: un misto di illuminazione, sbroccata, disperazione, incertezza, desiderio di rottura da un perverso circuito fatto di turni, stordimento, onanismo e ricerca cieca.
Sta di fatto che oggi è martedì.
Garuda è sul tavolo operatorio. L’avantreno è a terra. Le forcelle stanno per essere revisionate. La forcella con i cuscinetti nuovi ora è perfetta, e gira come il manubrio di una bicicletta. Il blocco, una volta devastato da un fiore dell’alluminio è stato spazzolato, trattato e riverniciato. La sella ora chiude e domani verrà rifoderata. Così come verrà rinfrescato il pannello degli strumenti, arricchito dall’accendisigari e dal comando delle manopole riscaldate. Il manubrio nuovo è nero, e contribuisce ad un look che non mi dispiace affatto. La boccola della pinza del freno verrà sistemata domani, così come il carburatore, i paramani con led, la lampada potenziata, i dischi, la trasmissione. Giovedì, gomme e tagliando. E alla fine partirò per il viterbese, con il mio nuovo equipaggiamento (guanti, pantaloni e giacca, oltre alle borse (da serbatoio e laterali). Tutto per essere in sella venerdì, di buon mattino, alla volta della mia destinazione finale: Brno, la mia casa di questo periodo.
Niente, come al solito: stay tuned!
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