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Il pezzo di Massimo Tassi che ha riportato noibiancocelesti.it è un ottimo estratto del peggio della disinformazione intorno al caso della contestazione a Lotito. Oltre a ciò, l’articolo in questione non si limita alle illazioni da bar (ed è pubblicato su Repubblica, vorrei ricordare): si lancia in una serie di opinioni – dal tono piuttosto paternalista – aiutandosi con un lessico scolasticamente insinuante, semioticamente fuorviante e a tratti completamente fuori da una logica di semplice buonsenso. Chiarisco.
Quello che sta succedendo alla Lazio e al presidente Lotito è qualcosa di eccezionale. E anche di eccessivo.
(Eccessivo sotto quale punto di vista, a parte il suo, che mi fa ruttare uno ” sti cazzi” monumentale?);
[…] quello che colpisce è la testardaggine, la militarizzazione quasi della curva, la pervicacia con cui i tifosi intendono perseguire il loro scopo: mandare via Lotito.(Dunque, un po’ di numeri: col Sassuolo eravamo in 45.000 o giù di lì. Quindi la militarizzata Nord da sola fa 45.000 spettatori. L’Oimpico è simmetrico, per cui arguisco che la Sud ne porti altri 45.000. Sono 90.000 solo in curva, più le Tribune e i distinti, stiamo a 180.000 Spettatori (granatieri? Lagunari?). Ripigliamose Nizza e la Savoia, a ‘sto punto.
Bisogna essere ciechi per non vedere che questa è una rivolta di “popolo”. È una protesta palesemente trasversale, in cui la Curva non fa altro che prendere iniziative autonome, che vengono seguite con rabbioso entusiasmo anche tifosi di altri settori, o da poltrona, come me.
Non vedere questa enormità, porta fatalmente a non porsi l’ unica domanda che ha un senso:come può una tifoseria attaccata alla maglia come la Lazio, che storicamente si è coagulata maggiormente proprio nei momenti di difficoltà (i -9, la Serie B, i lutti, gli scandali ecc.) boicottare lo Stadio?
Ma domandarsi, per esempio, “Ma cosa può aver fatto questo presidente, che tra l’altro ha anche salvato la società, per avere UN INTERO POPOLO contro? proprio no?
Perché non si dà voce alle frustrazioni di migliaia di persone per cui la Lazio è importante? Perché delle persone si sentono colpevolizzate, tacitate e frustrate da un dittatorucolo in tono minore che tratta un Ente Morale come una società di pulizie ammanicata con la politica più deteriore?
Perché di tutto questo si parla solo a livello locale, mentre se Totti ha un’ unghia incarnita ci apre il TG1?Ma non finisce qui, come diceva il buon Corrado. Ecco un altro distillato di saggezza che manco Yoda:
C’è una professionalizzazione che arriva addirittura a negare e contraddire il tifo stesso
(Vedi sopra: se ci fossero 45.000 tifosi “Professionalizzati” allo stadio, la Lazio avrebbe Messi e CR7 davanti, non Perea e Elder Postiga. E forse pure la Kamchakta);
Chi vuole mandar via Lotito non esiterebbe nemmeno di fronte a una retrocessione o un fallimento del club, pur di ricominciare con qualcun altro.
(Qui siamo nel campo del dilettantismo più becero: La questione è dibattuta nell’ambiente: chi volesse scriverne con decoro, avrebbe fior di materiale; la cosa certa è che non ho mai sentito qualcuno ‘di peso’ nell’ambiente pronunciarsi propenso alla serie B pur di allontanare Lotito, nemmeno ufficiosamente. Ma magari mi sbaglio io: non faccio il giornalista, quindi sarò stato distratto e pecione. Prego l’estensore dell’articolo di mandarmi le fonti delle sue affermazioni. Telefonate di ottuagenari a Radio6 non saranno accolte);
È una contestazione non violenta ma distruttiva. Non si gioisce più per una vittoria e il tifoso non fa più il tifoso.
(Finale con miccetta. Un’ultima, puerile, palata di stabbio: l’accento cade sulla parola “distruttiva” invece che “Non Violenta”. Farà più notizia?)
Tassi, io non so se ha dovuto scrivere questo pezzo in 15 minuti per sostituire qualche buco; la cosa certa è che è scritto con i piedi. Perpetua luoghi comuni. Cavalca convinzioni televisive e omogeneizzate. Tutela il singolo a scapito dei molti. Tutte cose contrarie alla deontologia giornalistica.
Non le dico di vergognarsi, sarebbe eccessivo, ma di stare più accorto sì. Se deve chiudere un pezzo in 5 minuti, cambi argomento. Il giornalismo sportivo non può essere fatto solo da redazionali.
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