Sto procedendo nel text breakdown di Flood of Fire (“Diluvio di Fuoco”), l’ultimo capitolo della Trilogia dell’Ibis di Amitav Ghosh, autore cui ho dedicato quattro anni e mezzo della mia vita e una tesi di dottorato. Al momento (ma non l’ho ancora finito) sembra il capitolo migliore, nonostante anche i precedenti Sea of Poppies e River of Smoke siano due capolavori di ambientazione, soggetto e lingua. Flood of Fire (Diluvio di Fuoco) – assicura la sua traduttrice Anna Nadotti (che lavora con Norman Gobetti) sarà tradotto in italiano alla fine di ottobre. La qualità della traduzione dei primi due capitoli è altissima: in una prosa come quella di Ghosh è fatale che ci sia una perdita di profondità nella traduzione, ma la sincronizzazione di pensiero tra autore e traduttori è in questo caso impressionante: non è un caso che Anna Nadotti abbia deciso di dedicare alla traduzione del solo Ghosh tutta la sua attività professionale: fa parte di un sodalizio culturale di quelli che non si vedono più. Tipo quello tra Clough e Taylor del grande Nottingham Forest degli anni settanta.
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