E’ andata. Il disegno di legge Fini sulle droghe è stato presentato al consiglio dei Ministri. I punti fermi sono: Introduzione della categoria “Principio Attivo” (più buono è il fumo, meno ne devi avere), criminalizzazione del consumo, pene detentive ed amministrative asperrime (ritiro immediato di patente e passaporto, agghiacciante concentrazione di potere decisionale in mano alle guardie), tendenza all’omogeneizzazione tra droghe leggere e pesanti. Un ritorno alla logica della punizione, e non più al reitegro. Lo si sapeva, si dirà, ma quello che si sta facendo è uno schiaffo alla volontà popolare, se è vero che il referendum del ’93 sulla famigerata legge 162 del 16 giugno 1990, la famosa Craxi-Jervolino-Vassalli, ha abolito ogni penalizzazione dei consumatori, mediante l’abolizione del concetto di “Attività Illecita”. Che poi le sanzioni amministrative abbiano avuto un ruolo chiave nella repressione dei cittadini è un’altra storia. E’ spiegata bene QUI Comunque, rimane intatta la speranza di una strenua resistenza in parlamento prima ed in Senato poi. Il problema è politico, e non può essere combattuto a botte di decreti legge. Anche se alla maggioranza governativa di questo paese è un metodo che non dispiace.
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