Un mediocre pezzo degli ultimi ELP, quelli nati per dare un seguito commerciale ai backdrop degli sfigati come me e i miei amici nerd (gli interessati sanno di chi parlo) serve a controbilanciare il fatto che io sia andato a vivere nella città natale di Janáček, autore di un pezzo monumentale portato alla ribalta dagli stessi ELP (se volete sapere qual è, non siete miei amici nerd).
Riassunto delle puntate precedenti: ho una famiglia che è molto legata a me e non me ne ero mai accorto con questa intensità. Una sorella che è sempre più sorella, e due nipoti che sono grandi, e hanno un’anima grande entrambi. Ho una madre che arriva ad infliggersi dolori e malanni, pur di condividere il peso di una partenza che suona come un distacco, e un cognato che offre la spalla alle lacrime di una donna, la mia, incredibile, di cui vado fiero in un modo inaudito, e con cui ricongiungersi sarà una storia tra le più belle mai scritte. Ho scoperto molto amore, annacquato nella routine di un paese che perde sé stesso assieme a molti dei suoi pezzi più pregiati, tra cui il sottoscritto.
Me ne sono andato nella convinzione (condivisa e condivisibilissima) di tornare entro due mesi. Ora che sono qui, invece, intravedo una progettualità che non avevo mai visto prima. E chissà quanti altri posti ci sono, meglio di questo, che valgono la pena di essere vissuti. Ho viaggiato poco da bambino, un po’ di più per la mia crescita universitaria, ma sempre con un enorme cordone ombelicale che mi strozzava attorno alla Capitale – immorale – del mondo. Viziato dalla bellezza. Dalla cucina. Dal clima. Dalla lingua. Ora sono un fuscello che si gode davvero le correnti, e che non si sente affatto indifeso e in balìa di esse, bensì in perfetta armonia con l’ordine delle cose, libero da ancore che stabilizzano solo i soliti noti.
Brno è un posto brutto; non c’è niente di interessante, la lingua è ostica, il freddo amaro, la gente rigida. Ma allo stesso tempo ha una forte identità, un odore, un suono e dei colori molto ben definiti. Si respira un grande amore per la musica, non necessariamente di qualità, ma tuttavia indice del diffuso desiderio di armonia. La rigidità può essere vista con sospetto da molti di noi, ma porta ad efficienza nei servizi, ad un forte senso di etica sociale e ad una sostanziale limitazione delle disparità più inique. Dasgupta scrive come in India, quando un Hummer passa sopra le barriere atte a bloccare il traffico, i poliziotti si girino dall’altra parte, per evitare di stuzzicare il potere privato. Mishra (io) rileva come in Italia chi può pagare le multe senza difficoltà non si preoccupa del disabile bloccato dal SUV sulla rampa. Qui non si vede niente del genere. Se questa cosa accade perché se passi sulla preferenziale ti arrestano, non è dato saperlo. Se la polizia è feroce come dicono, se la devianza è mal tollerata, se il controllo sociale è opprimente, sarà il tempo a suggerirmelo, brutalmente o no. Nel frattempo noto che ho trovato lavoro con un’intervista su Skype; che ho aperto un conto in trenta minuti, entrando in una banca senza dispositivi tipo tornello all’Olimpico; che con meno di 40€ ho una tessera – valida tre mesi – per muovermi su dei mezzi pubblici su cui puoi regolare l’orologio.
Avrò tempo di ricredermi su molte delle cose che ho scritto; di desiderare l’Italia tra le lacrime. Di anelare ad una caprese con tutto il mio essere. Di sentire parlare di Ignazio Marino e del Papa. Di vedere gente che scende dalla macchina col cacciavite in mano per un arancione rispettato dall’auto davanti. Della grattachecca della Sora Maria. Delle bancarelle dei Tredicine. Dei cancelli di Ostia. Delle luminarie a Corchiano. Dei “Lei non sa chi sono io” e dei locali che mi chiedono quanta gente porto.
Per ora, però, vorrei solo che AssunDa e le Otte fossero qui con me. È davvero l’unica mancanza cui non riesco ad abituarmi (ed è trascorso solo un giorno e mezzo). Ma è una visione attraverso la quale è necessario passare per migliorarci, per fare sì che quello che verrà potrà essere bello come i suoi occhi. Nel frattempo, Vienna ci aspetta. Buttala via!
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