Adiga e Ghosh: due finalisti, un’esigenza
Aravind Adiga, il vincitore del Man Booker Prize del 2008 (la stessa edizione in cui Sea Of Poppies è finito in Shortlist), ha centrato il suo lavoro The White Tiger sull’esistenza di una doppia India (ciò che abbiamo chiamato in questa sede “Bharat”, lui le chiama “le Tenebre”[1]), e su una romanzata possibilità di passaggio da Tenebre a Luce attraverso l’omicidio del proprio padrone. Nell’etica servile, spesso menzionata dal protagonista, il rapporto che lega servo e padrone è spesso paragonato a quello genitoriale, e l’omicidio del proprio padrone si configura quindi come una declinazione del complesso di Edipo, e l’espediente narrativo di traslazione freudiana ci dice molto. L’opera di Adiga è interamente scritta in prima persona, e annulla di fatto la distanza tra narratore e protagonista; si presenta sotto forma di lunga lettera ad un solo destinatario - sullo stesso schema – per intenderci di Lettera al mio Giudice di G. Simenon o di Lamento di Portnoy di Philip Roth), [...]