Fini in Israele. E fin qui, niente di così strano. Almeno in termini di Realpolitik. Cassuto, capo della comunità ebraica di orgine italiana, dichiara polemico che sparirà per tutta la durata del soggiorno del vice presidente del consiglio italiano. E anche qui, niente di strano. Almeno in termini di coerenza. Allora Minerbi, ex ambasciatore, disegna un percorso dal 95′ in poi. Eccolo, in sintesi. Benvenuto a Fini, in un Israele che ha bisogno di amici in Europa. La sinistra, invece, lo tradisce con attacchi ANTISEMITI. In buona sostanza, chi ha raccolto l’eredità di autori di rastrellamenti e massacri, di leggi razziali e quant’altro, SENZA ESSERSENE MAI FORMALMENTE DISTACCATA (e mi riferisco a Salò), viene accolto in Israele, chi invece è testimone vivo di chi ha donato la vita per l’uguaglianza tra la gente – cosa che fu in altri tempi tutt’altro che scontata – viene dipinto come antisemita. Il discorso dell’Antisionismo non viene nemmeno preso in considerazione, considerato alla stregua di un paravento di razzismo. Un po’ come quella Terza Posizione, foraggiata da chi ci governa. Ci sarebbe da ridere, se fosse una commedia. Ma non lo è. Chissà poi come se la prenderanno i Palestinesi, dei quali non verrà incontrato neanche un rappresentante. Eppure ricordo bene che grassa parte della propaganda antiebraica delle estreme destre di quand’ero uno studente – fa’ conto Movimento Politico – inneggiavano al fiero e coraggioso popolo Palestinese che combatte contro le soverchie del gigante ebraico. Non c’è niente da fare. Siamo in guerra, e siamo destinati a perderla. Tutto questo per la miopia di una classe politica che sembra avere il miracoloso dono di prendere solo scelte sbagliate. Un po’ come fare 0 al totocalcio.
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