Si, mi viene da ridere. Amaramente magari, ma mi viene. Ah, se fossi Guzzanti. Con uno spettacolo sul PD di adesso in giro per teatri, farei una fortuna, senza contare i diritti SIAE, i DVD e la TV! Meccanismo semplice e lineare, da Occhetto a Letta. Uno spettacolo che si scrive da solo. Violante. Fassino. Bersani. Finocchiaro. Dal servilismo in penombra agli F35 votati con lui. Eppure, 20 anni passati a dargli addosso; con dolcezza, però. Perché diciamocelo, a sinistra non siamo tutti criminali, come dall’altra parte: da noi ancora c’è posto per un po’ di fresconi, e uno sta scrivendo queste righe.
Così arriviamo al colmo della tenerezza degli ultimi anni: il bene comune (delle pensioni di Montecitorio), il sostegno all’avversario sfortunato, le larghe intese. Larghe come le pareti anali di tanti della base del PD, intese perché ci siamo intesi. Ora che è finito, tutti al suo capezzale, come se fosse Cesare. Un uomo che ha incarnato l’avversario più spietato della sinistra, che ha contribuito a farci tornare al basso medioevo, che ha punito il merito è premiato la fedeltà, almeno in politica, ora è guardato con rispetto dai suoi avversari, che lui si è spolpati con calma e scientifica precisione. Il rispetto che – effettivamente – i piccoli uomini devono al grande pezzo di merda!
Difficile non confrontare la Forza Italia che verrà con quella di vent’anni fa. Impossibile non rattristarsi guardando il video di ieri, realizzando che Berlusconi è invecchiato, e che in questo lasso di tempo lo abbiamo fatto tutti, vittime della sua fascinazione, congelati in un eterno presente e schierati a nostra insaputa. Ed ecco arrivare la nostra seconda Salò, in meno di ottant’anni. Ora ci manca solo
una bella prova di furore popolare, tanto per dimostrare al mondo – ma non ce ne sarebbe bisogno – di che pasta meschina e irresponsabile siamo fatti.
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