Oggi inizia una nuova settimana. Quella che si è conclusa ieri è stata da dimenticare. Anzi, no. Non dimenticare MAI certe cose, può aiutare a leggere il romanzo della propria vita in maniera sempre più creativa. Ahimé, lo dico per quei pochissimi che seguono questo Blog, sto per scrivere un intervento incline a un facile biografismo, e sento sfiorarmi lo Spiritus Constantini, quel senso di superpotenza che acchiappa allo stomaco il minus habens trasformandolo in Arbiter Elegantiarum.
In poche parole, significa che sto per scrivere cazzate, tipo quelle che un coglione qualsiasi – di quelli orbitanti intorno a Cinecittà – regala agli amici del bar sotto lo sguardo di una telecamera che sta solo nella testa sua.
Quanto all’uso del latino, ricordatevi che sono Laziale, e Il “Lotitese” mi appartiene. Passiamo oltre.
Spesso mi trovo a commentare situazioni, fa parte della missione che mi sono dato; quando mi trovo a farlo, cerco sempre di elevarmi dal piano delle contingenze che sono oggetto della mia analisi. Ci si può elevare in tantissimi modi, quello più consono al mio modo di essere è l’esaltazione dell’onestà.
Mi piace vedermi come una specie di “Paladino senza macchia e senza paura”, che magari lotta contro i mulini a vento, ma di cui non è mai in dubbio né la specchiata onestà – pubblica e privata – né la propensione alla giustizia.
C’è un momento nella vita in cui tutti noi siamo chiamati a guardarci dentro. C’è qualcosa di peggio della disonestà? C’è.
E’ la disonestà inutile, priva di quel germe di grandezza sempre presente nel male. E’ il saper approfittare di situazioni di vantaggio, senza mai farsi cogliere di sorpresa. Parlo di quando le cose “vanno come devono andare”.
E’ un sistema che va contro la vita vissuta, intesa come quell’insieme di sorprese, coincidenze, imprevisti, errori e vittorie che costituisce il sale, il Ras della vita esperita.
Io amo la vita, a volte vorrei amarla di meno. Vero è che – a quanto pare – lei ama molto me. Quindi toccherà rimboccarci le maniche, e vedere che mi riserva Saturno, di qui ai prossimi tre anni.
Morire si deve, sapere quando non ci è dato, quindi, in alto i cuori, e avanti così. Anzi, Sursum Corda. Alla faccia degli Assiro-Babilonesi.
Scrivi un commento