Matteo Renzi è il tipico neo-Giovane: uno di quelli cui la storia personale e generazionale ha chiaramente dimostrato che essere giovani è peccato. Quindi ha deciso di essere vecchio. Una specie di Alfano di centrosinistra, solo toscano.
Ha deciso di cavalcare il pericoloso nodo del conflitto generazionale, e lo fa come lo farebbero i vecchi. “Quella del ’68 non è la meglio gioventù” dice. Sono d’accordo. Però queste focose dichiarazioni fanno il paio con il pietire voti al centrodestra; non vorrei che – nella mistificazione comunicazionale italiota – diventasse segno di apertura mentale, quando in realtà altro non è l’ennesimo calcolo elettorale (che tra l’altro mi pare clamorosamente miope, ma forse mi sbaglio), l’ennesimo scontro a base di sondaggi. Roba vecchia, insomma, come lui.
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