…Qualche giorno fa, il mio amico Luca Bernardini mi ha telefonato impanicato a causa del piantamento del suo iPhone 4s. Come spesso accade, mi sono messo a prenderlo per il culo, visto che non è mai stato una faina con i dispositivi elettronici. Perlomeno con quelli posteriori al 1980.
Ad ogni modo, oggi sto pagando dazio per la mia supponenza: Ho aggiornato l’iPad alla versione 6 dell’iOs. Se solo avessi saputo. Ecco come si può impiegare una mezza giornata di vita nel XXI secolo.
1) Tronfio e fiero della bellezza ed efficenza del mio “Digital Hub” monomarca, e certo che ciò avrebbe minimizzato i miei sforzi, ho nell’ordine:
- Collegato l’iPad al mio MacBookPro tramite cavo, avviato iTunes;
- Risposto affermativamente alla domanda se avessi voluto aggiornare;
- Aspettato che iTunes scaricasse l’aggiornamento;
- Atteso che partisse l’installazione;
- Appreso da una dialog box che – ahimé – la mia periferica “non è eleggibile all’aggiornamento”.
Ok, non c’è problema. Mica sono un esperto Mac all’amatriciana, io. Un piccolo contrattempo capita.
2) Stacco l’iPad, disattivo tutti i blocchi di sicurezza, cancello una cinquantina di applicazioni inutili, aggiorno il computer con una cazzo di patch da quasi un giga che mi costa una quarantina di minuti di attesa, riattacco il cavo con un sorriso alla GRP e ri-rispondo si alla domanda sull’installazione. Dopo un po’ la risposta è che la mia periferica “non è eleggibile all’aggiornamento”.
Mmh. Seccante. Ma non perdiamoci d’animo.
3) Vado su Google, vengo mandato sul sito del troubleshooting della Apple che mi consiglia di disattivare tutti i software che non ho. Per un attimo penso di installarli e poi disattivarli, ma mi pare una cazzata. Andando avanti nella lettura vengo folgorato da un’indicazione che non leggevo dai tempi del mio 486DX2 con Windows 3.11 installato sopra: “provate a spegnere e riaccendere”. Il tempo di pensare a Jobs chiamato “Trottolino” nell’Aldilà (a causa dei suoi giramenti nella tomba) ed eseguo.
“La mia periferica non è eleggibile all’aggiornamento”. Ora cominciano davvero a venirmi le madonne.
4) Cambio cavo di connessione, resetto l’iPad, disconnetto l’iPhone 4s (che si collega ad iTunes via Wi-Fi come Scajola, a sua insaputa) e faccio ripartire l’aggiornamento. Ri-ri-rispondo SI alla domanda sulla mia effettiva volontà di effettuare l’aggiornamento (uno normale avrebbe già cambiato idea), e mi viene risposto che la mia periferica “non è eleggibile all’aggiornamento”.
Dannazione, Maledizione, Porco qua e porco là.
Stacco il cavo, resisto alla tentazione di gettare il mio fido Procopio (il MacBook) dal quarto piano, vado sulle impostazioni dell’iPad e provo ad aggiornare il tablet senza passare per il computer. Dopo circa una quarantina di minuti, la barra di progressione è a un po’ più della metà e io aspetto fiducioso. Dopo un’ora è ancora a tre quarti. Ne faccio una. Realizzo che l’iPad si blocca ogniqualvolta va in sleep, disattivo la funzione, e ricomincio da capo. Nel frattempo l’ho finita, e questo mi rende cupo. Passa un’altra ora, l’ultima mezza con la barra a un millimetro dalla fine, e una dicitura con su scritto “preparo l’aggiornamento”. Si sono fatte le sei. La barra finisce la sua corsa, l’iPad si presenta con la mia foto della scrivania con un’etichetta che mi dice (ma và?) “Preparo l’aggiornamento”. Poi la foto scompare, e appare lo sfondo nero con la mela e un’altra barra di scorrimento. Questo è giusto. Finalmente un’attesa che mi sembra sensata.
-“…Quasi quasi…”
Ne faccio un’altra. Moneti, di fronte a me, prepara un parere forense ad alta voce. La ignoro, concentrando tutta la mia concentrazione alla barra bianca su sfondo nero. Ipotizzo un paio di soggetti per altrettanti romanzi brevi. La barra non si muove, ma io sono felice. Questa volta andrà bene, a Dio piacendo. Credo di guardare la barra di scorrimento con la stessa espressione di Mandrake mentre Mon Amour corre verso il traguardo, solo ad un rallenty esasperante. Sono le 18:20, penso di accendere Sky per vedere un po’ il Napoli (per entrare in clima UEFA, visto che stasera c’è la partita col Tottenham), ma poi la barra scompare, e rimane solo la mela. Ho i brividi. Aspetto fiducioso che accada qualcosa. La mela scompare. E’ finita? Ora è tutto nero. Prendo il tablet in mano. Scotta. Sempre tutto nero. lo ripongo, e mi rimetto al computer, ma giro la testa come un barbagianni (l’iPad è sul mobile dietro al tavolo) ogni cinque o sei secondi. Tutto nero, ancora. Forse dovrei premere il tasto quadrato, ma subito dopo penso che no, questo è un test sulla mia fede, devo solo saper aspettare. Vengo dilaniato da questo dubbio per qualche minuto, e resisto.
-“Certo, però scotta… Fammelo riprendere un attimo”
Non faccio in tempo a sentirne la temperatura, che già ho premuto il tasto. C’è uno sfondo grigio, una scritta enorme con su scritto “iOS6” e una slidebar con scritta in cinese. La scorro. Una pagina mi informa che l’iPad è stato aggiornato correttamente, e che rimangono pochi passi alla FINE. Poi un tasto “continua” che pare un otre d’acqua dopo tre giorni di deserto. Mi chiede la password dell’account Apple:
-“Abbéllo, ‘a so a MEMORIA!”
La digito, accetto alcune clausole vessatorie della mia privacy con la leggerezza nel cuore e….
Il mio iPad è aggiornato, e perfettamente backupato! Perché chiedersi come questa cosa sia potuta avvenire senza nessun collegamento al computer in cui mi illudo siano custoditi gelosamente i miei dati? Perché sporcare la mia felicità con considerazioni Orwelliane sul controllo della persona? Molto meglio provare il nuovo SIRI in Italiano, il quale – per inciso – mi ha chiesto di accettare il fatto che tutto quello che gli chiedo a voce passi attraverso dei servers esterni, su cui non ho nessun controllo (infatti senza connessione, SIRI non funziona). Alla faccia del 1984.
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