Si, è bello suonare in un ambiente così selezionato… La redazione de “La difesa della Razza”, brillante periodico anni trenta, avrebbe sguazzato in questo mare.
E poi, vuoi mettere? Veltroni, la Lopez, Claudia, una quantità di Bon Ton ai limiti del geniale. Personalmente mi sono spizzato per tutta la sera due sommelières e un paio di hostess, ma non faccio testo, sono solo un intellettuale di periferia. Comunque, il “Signor Cone” (lo Zio ha colpito ancora!) ha imperversato per tutta la sera.Ovunque. Dappertutto. Dava quasi fastidio. Quasi.
Allora, si dirà, cos’è quest’accenno di ansia che mi fa storcere il naso? Beh, prima di tutto il fatto che mi è sembrato che la gente si annoiasse. Sarà per la tendenza al Testaccismo, ma la gente che fa tappezzeria mentre suono tende a demoralizzarmi. Poi la mia camicia forse inadeguata (bianca, con due colletti, uno dei quali – sono laziale – azzurro), e le scarpe invernali (all’ultimo momento non ho trovato le mie camper estive. Come io abbia fatto a perdermi un paio di scarpe è da verifcare, ma è andata così, giuro!). L’alternativa sarebbe stata il vestirmi da Pakistano in discoteca; non mi sembrava auspicabile: mica lavoro in banca.
Ad ogni modo, la musica c’è stata, grazie a Dio. E meno male che le persone della Duende e del gruppo di Amalia, oltre ad essere preparate, sono simpaticissime. Prova ne sia che il libro da me portato in previsione del trionfo della plastica non è stato nemmeno aperto. Date retta al Maestro Andrea Cagnetti, i soldi buoni sono quelli che servono a mangiare. Tra una serata come quella di ieri con Veltroni, Jennifer Lopez, Monica Bellucci & C. e un modesto Club con gente che paga (meglio se poco) per vedere un concerto, non c’è paragone.
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