Un musicista si chiede cosa prova mentre suona?
Io me lo sono chiesto un sacco di volte, ma sempre quando non suonavo.Quando sto suonando non mi viene mai in mente, di chiedermelo. Mi capita di pensarci guardando la natura, o meglio, quel poco di natura che posso indovinare, nella mia vita inurbata. Certo, c’è Corchiano, ma lì – oramai – stanno quasi come noi. Cemento, cellulari, computer portatili e Playstation. I motorini truccati, le mazzefionne, e le partite a pallone resistono coriacee, ma cominciano ad avvertire i primi sintomi di senescenza. La playstation costa di meno. Insomma, indovinando un sole di primavera, oggi ho pensato a mio padre, non molto diffusamente, in verità, poi a Scortichini, uno straccivendolo dal deposito del quale rubai un telaio per costruire la mia prima bici non comprata. Ma è stato un attimo. Lo scroscio non troppo lontano di un innaffiatoio serale, mi fa rendere conto dell’odore dell’aria; un odore di acqua su asfalto tiepido, odore di estate inoltrata; le immagini sono a colori vivi, non so se a causa della diversa percezione dei colori che hanno i bambini, oppure a causa del ricordo filtrato dai colori mediatici dell’epoca; sta di fatto che vedo un mondo grandissimo attorno a me, tutto da esplorare. Mi vedo di notte, nel terrazzo con la vista, andare nelle parti più buie, confortato dalle chiacchiere degli ospiti e dei miei genitori. Mi sento desideroso di un campeggio, di dormire sotto le stelle, e mi vedo mettere su un campo base: appoggiato alla parete, un sedile ricavato dai cuscini del dondolo, una coperta non troppo pesante, ocra e blu, con dipinto sopra un sole gigantesco. Due o tre Topolini, per non rischiare di annoiarmi, una torcia con specchio, un pallone e tre pacchetti di crackers. Tanto mi bastava, per sopravvivere. Il suono del treno…..
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