Dire che il ministro Kyenge è una nullità, denuncia con chiarezza il problema primo di questa classe dirigente (digerente?): una sistematica rimozione, freudiana nella sua prevedibilità. Castelli, che in uno stato di normalità istituzionale sarebbe un mediocre politico locale di piccolo cabotaggio, è colonnello di un’ala oltranzista della Lega, movimento sciovinista e familiare dei Bossi, i quali ne hanno usato la cassa per i propri capricci privati.
Ho esagerato? Calcolando che a sentire le camice verdi dovrei essere d’appoggio ad una “lobby di sodomiti” ci sono anche andato leggero.
Tornando a bomba, si diceva di Castelli. Parla della Kyenge come una nullità, per poi correggere il tiro: “nullità politica”. Dalla padella alla brace. Un ministro della Repubblica tacciato di nullità da un inquilino di Montecitorio racconta di un sistema allo stremo, che legittima oziose speculazioni sul nostro parlamentarismo e alimenta la possibilità di derive autoritarie, quantomeno nell’immaginario catodico e collettivo. I leghisti (non tutti, ma la maggiorparte) rifiutano di accettare l’idea che gli extracomunitari possano avere una rappresentanza; sono terrorizzati dal l’eventuale caduta dell’iniqua disparità tra cittadini italiani e non. Ti credo. Una volta caduta (ed è solo questione di tempo), tutti si sveglieranno da questo letargo della coscienza durato vent’anni, e si ritroveranno come Don Falcuccio: senza pensione, senza lavoro, e senza vittime, a parte loro stessi.
Caro Castelli, cari leghisti: avete causato un ritardo nello sviluppo di politiche integrative irrecuperabile, precipitandoci fuori dall’Europa e avvicinandoci al Nord Africa; avete appoggiato politiche disastrose per il paese solo per mantenere il Trota (e chissà quanti altri); vi state sbranando tra di voi per quattro spicci, e avete portato i peggiori esempi di razzismo becero e retrivo ai livelli più alti delle istituzioni. Continuate a peggiorare il paese, e sembra che non vi stanchiate mai.
La storia vi sbugiarderà, qualsiasi intellettuale degno di questo nome già l’ha fatto. Nel frattempo, per favore, collegate il cervello, quando presente, prima di parlare. No Castelli, c’è scritto “quando presente”!
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