E’ dai tempi di Fedro che gli animali offrono spunti di lettura sui comportamenti umani. Dalle aquile dell’antica Roma ai gonfaloni delle città medievali, poi, alcune bestie hanno cominciato a rappresentare intere comunità; il Palio di Siena è paradigmatico in questo senso. Oggi le cose non sono molto cambiate. Orsi, Aquile, Leoni, Lupi e quant’altro sono ben presenti – se non proprio nelle bandiere – almeno nel senso d’appartenenza di diverse popolazioni. Allora l’Orso d’Oro premia il miglior film della rassegna cinematografica a Berlino, riprendendo il simbolo araldico medievale del Länder di Berlino; Il Leone d’Oro fa la stessa cosa a Venezia, rappresentata sin dal medioevo dal Leone di S. Marco; l’aquila (che sia Asburgica, romana o dalla testa bianca) campeggia su tantissimi vessilli, e ricorda altrettante nazioni, tra cui gli U.S.A. E a proposito di questi ultimi, c’è un aneddoto divertente legato all’animale da scegliere per rappresentare il popolo americano. Il Tacchino, e questo a noi fa sorridere, è stato proposto come simbolo degli Stati Uniti d’America nientemeno che da Benjamin Franklin, il quale trovò nel grasso volatile-non-volatile il simbolo degno del popolo americano. Molto meglio dell’aquila dalla testa bianca, la quale, rubando il cibo ad altre specie, stata descritta da Franklin in una lettera alla figlia, un animale dal “cattivo carattere morale”. In più, il tacchino è davvero la forma di vita autoctona per eccellenza del territorio americano. Com’è andata a finire, lo si capisce oggi: il giorno del Thanksgiving, milioni di tavole statunitensi rendono omaggio al grasso e goffo pennuto appiedato, che tanto richiama alla memoria obesi spettatori di reality shows. L’aquila dalla testa bianca è invece cucita sul braccio destro di ogni Top Gun che si rispetti, impressa sul dollaro e su ogni simbolo del potere istituzionale americano. E poi dicono che uomini e animali non si assomigliano….
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