18.3.2025 – Tregua rotta a Gaza e Razzismo
1. “Democrazia” o Suprematismo Bianco?
Lasciamo perdere (!) le vittime del bombardamento israeliano di ieri notte, che non leva né aggiunge nulla al Genocidio in corso, ma teniamo ben presente l’intero progetto Sionista nell’area. Ci servirà per dopo.
Stiamo nel chiaroscuro Gramsciano tra il tramonto di un vecchio ordine e l’alba di uno nuovo. Nell’assetto multipolare che si sta consolidando, in attesa di una resa dei conti epocale, è a rischio quello che negli ultimi 500 anni di Storia non era mai stato messo in discussione: l’egemonia dell’Uomo Bianco nella guida (e della scelta delle priorità) del destino del mondo.
Parlando del famigerato progetto di Riarmo Europeo A Buffo, pochi giorni fa scrivevo di come noi si tenda ad utilizzare la parola Democrazia come foglia di fico per coprire le peggiori nefandezze che – ieri come oggi – abbiamo compiuto nel mondo, vendendole a noi stessi e agli altri come missione civilizzatrice.
Ma che allo stesso tempo non possiamo paludarci dietro alla Democrazia, il “Migliore sistema, seppure imperfetto” (semicit.) se nello stesso tempo ne sabotiamo l’ingrediente principale: quel conflitto istituzionalizzato e rappresentato senza il quale non si può garantire alcun’alternanza o equilibrio. Quindi alcuna Democrazia.
Sincronicità ha voluto che m’imbattessi in un video su Instagram, in cui Luciano Canfora, dialogando con Rula Jebreal e Luca Sommi si lasciava andare ad una considerazione sulla Democrazia (parola che Canfora ha indagato come pochi al mondo, della quale ha seguito il percorso semantico dal mondo Classico al contemporaneo), considerandola alla stregua di uno “scendiletto”, un termine utilizzato alla bisogna in maniera strumentale, spesso posto in antinomia con quello di “Fascismo”. Quello che però dice il Professor Canfora dopo, però, ha catturato la mia attenzione:
[…] Il nucleo profondo dei fascismi nelle loro varie forme, è il razzismo. Il suprematismo bianco. L’idea di essere un popolo superiore. Quello che sta accadendo a Gaza, dove si blocca l’arrivo del cibo per mettere in ginocchio milioni di persone, rassomiglia ad Auschwitz. Punto e basta. […]
Razzismo.
Suprematismo Bianco.
Gaza.
Un progetto di mondo, diviso tra uomini di serie A e subumani privati di diritti fino ad oggi considerati universali. Un mondo perfettamente compatibile con il progetto illustrato da certe strategie Neocon orecchiate ad inizio anni novanta, che vedevano negli Stati Costituzionali Europei usciti dalla WWII un ostacolo intollerabile alla nascita di un nuovo Ordine internazionale. Un ordine fondato su un Capitalismo nuovo, globale, fatto di mercati integrati tra di loro (allora ancora al di là da venire ma oggi perfettamente compiuto) e legato a doppio filo con un processo di criminalizzazione dei viaggiatori non bianchi, mediante l’introduzione di leggi ad hoc e una politica sui visti di viaggio che ha scavato progressivamente un solco tra passaporti forti e deboli.
Ora, guardiamo alla nuova postura delle “Democrazie Occidentali”: Milei, Trump, Fratelli d’Italia e la Lega in Italia da un lato: tutte destre molto estreme al governo. Dall’altro lato, in lieve ritardo, forze neofasciste perfettamente incardinate nei palazzi del potere come AfD in Germania, il Rassemblement National in Francia, l’FPÖ in Austria, che ancora non governano solo per la sempre più flebile resistenza delle forze politiche Antifasciste tradizionali, che finora sono riuscite ad impedire la nascita di governi apertamente neonazisti, ma al prezzo di alleanze innaturali che sono destinate a dissanguarle ancora di più.
Lo scenario in formazione è in parte il risultato delle guerre scatenate dall’Occidente negli anni dieci del secondo millennio, che hanno creato delle bombe sociali, fatte di profughi incorporati nelle nostre società senza un vero progetto di Integrazione o assimilazione, dando luogo alle premesse ideali per l’insorgenza di un’Islamofobia che è stata cavalcata sia dalla politica che dall’informazione. Questo lavorìo ha reso possibili e oggetto di dibattito concetti irricevibili fino a pochi anni prima, come la Reimmigrazione e la Revoca della Cittadinanza e ha normalizzato parole che ci facevano orrore anche solo fino a pochissimo tempo fa, come Deportazione.
Il Laboratorio Gaza
E ora torniamo alla Palestina. Al grande laboratorio sperimentale del Mondo 2.0 auspicato dal potere Suprematista Occidentale.
La messa a terra di tecniche di sterminio sempre più smaccate, in favore di telecamera (checché ne dica Scurati) è davvero solo e “semplicemente” frutto di una società malata e plagiata da una classe dirigente psicopatica e messianica? Oppure c’è qualcosa in più?
Posto che non credo sia rimasta una sola persona sulla faccia della Terra che possa vedere a tutto questo come “autodifesa”, vediamo un pochino che tipo di Laboratorio è Gaza.
Gaza è il grimaldello che l’Occidente sta usando per scardinare l’equilibrio postbellico costruito sulla centralità del Diritto Internazionale. È il progetto di sdoganamento dell’indicibile. La disumanizzazione dei Gazawi, la loro riduzione ad “animali”, l’utilizzo di essi come cavie per l’industria bellica Sionista; la loro detenzione arbitraria e fuori da qualsiasi principio giurisprudenziale; la normalizzazione della punizione collettiva dei civili; l’espianto illegale dei loro organi. Tutte queste azioni ci sono trasmesse attraverso il sistema informativo mitridaticamente, piano piano, per abituarci. La vecchia storia della rana bollita. Ci stiamo progressivamente abituando a considerare queste azioni come un male necessario, un portato ineluttabile di una guerra per l’esistenza.
Quanti di noi trent’anni fa avrebbero potuto ragionare così?
Con piena copertura di tutto l’Occidente Collettivo, Israele sta minando la legittimità della Legge attraverso la sistematica squalifica dei Tribunali, dei Giudici, delle Sentenze, delle Risoluzioni e quant’altro. Sta imponendo un regime di Apartheid scopertamente illegale, facendo leva sulla debolezza delle istituzioni che non hanno la deterrenza per dare sostanza alle proprie decisioni e a quella degli Stati che tradizionalmente hanno sempre funzionato da controbilanciamento all’egemonia bianca in Medio Oriente: gli attacchi alle Nazioni un tempo rette da regimi fautori di Panarabismo come Egitto, Siria; il furto di terre alla Giordania e al Libano; la disarticolazione di Hezbollah e la Stretta sull’Iran; la politica corruttiva operata dagli USA nei confronti delle Monarchie del Golfo; le minacce e gli attacchi americani agli Houthi, sempre più isolati. E in mezzo il popolo Palestinese, vittima sacrificale e innocente di un Grande Gioco di lunghissima durata.
Trump e l’Europa
L’elezione di Trump è stato il volano che ha accelerato tutto: ha eliminato dallo scacchiere mondiale l’Europa in poco meno di un mese, scavalcandola nelle trattative con Putin, strangolandola con l’imposizione di dazi che si sono andati ad aggiungere alla moltiplicazione del costo dell’energia per mano dell’amministrazione precedente. Contando sull’insipienza politica della classe dirigente Europea, riuscirà con ogni probabilità a trasferire denaro dall’Europa all’America grazie ad un riarmo praticamente imposto ma SENZA RINUNCIARE alle basi sul suolo Europeo. Ha mostrato a tutto il mondo che la famosa Era Post-Storica, in cui ci era stato fatto credere che la Politica sarebbe stata sostituita da un’economia florida e integrata, era una bolla di sapone; che senza una visione, senza una direzione e senza un progetto geostrategico, si è condannati all’irrilevanza. E ora l’Europa appare a Russia e Cina (gli americani lo sapevano già benissimo, visto che era roba loro) come un maiale grasso, pronto a diventare il banchetto di una festa profana, nonappena arriva la bela stagione.
E nonostante tutto questo, la povertà della classe dirigente europea continua a perseguire un disegno di suprematismo bianco e di costruzione di un ordine apertamente razzista, che scavalca le sue Costituzioni, cioè quel che resta di un primato “morale”, mistificato e spesso tradito, ma quantomeno storicamente rivendicabile sul piano dell’elaborazione filosofica. Un disegno che è apertamente contro gli interessi europei, e in controtendenza rispetto a quell’equilibrio che politici assai migliori di questi avevano provato a costruire dal secondo dopoguerra. L’Europa, di fatto, sembra voler costruire nuovamente un percorso Coloniale, ma con un rapporto di forza che la vede drammaticamente sfavorita sui popoli che vorrebbe sottomettere (e che si trova in casa). Non proprio una scelta oculata.
Insomma, il Veccho Continente porta a termine gioiosamente un piano che fa gli interessi degli Stati Uniti: ne risana l’economia, e contemporaneamente distrugge il proprio Stato Sociale allo scopo di riempire il proprio territorio di armi SENZA aver costruito prima un orizzonte politico. Cioè, comprare le armi, ma per farci cosa? Per “difenderci” o per ammazzarci tra di noi?
Facile ipotizzare scenari di Guerra Civile: se i finanziamenti per il riarmo sono presi su base Nazionale e non comunitaria, e tra gli stati beneficiari c’è una GERMANIA ripopolata di Nazisti che si riarma e guarda ad Est (verso la Russia, con la quale si è riaperta una voragine di odio che si era riuscita a colmare in anni di paziente tessitura diplomatica, e che è si è mandata a puttane per salvaguardare sempre l’Economia dello Zio Sam), c’è davvero poco di che stare tranquilli.
Conclusioni
Quindi, in conclusione:
- la situazione Palestinese sta disarticolando le uniche istituzioni che un domani potrebbero garantire la nostra esistenza, data l’impalpabilità europea in ambito internazionale;
- L’indebitamento – che andrà sommato a quello già esistente, molto importante anche a causa del COVID, senza contare gli interessi dei mutui Subprime che hanno cominciato ad esplodere nelle contabilità degli enti locali di diversi paesi europei – peserà per generazioni e impedirà un qualsiasi rilancio della nostra economia, già in gravissimo ritardo a causa dei tagli alla ricerca che si abbattono da anni sulle nostre Università;
- Il combinato disposto tra la Balcanizzazione dell’Europa (che sarà frutto delle paure isteriche cui siamo esposti sempre di più), l’aumento di circolazioni di armi sui territori e il cedimento del principio di uguaglianza tra persone generà una sperequazione di diritti, una società spaccata su base etnica (e demografica) che sarà il prodromo ideale per una guerra civile permanente, con caduta della qualità di vita (minore sicurezza economica, minori aspettative di miglioramento e/o scalata sociale, inasprimento delle tensioni intercomunitarie);
- La base Nazionale del riarmo riacutizzerà probabilmente le sopite rivalità tra nazioni (Germania/Francia, Germania/Russia, Polonia/Russia, Baltici/Russia, Finlandia/Russia, Turchia/Grecia ecc.) ponendo le basi di una militarizzazione su larga scala.
- In buona sostanza, l’Europa sta facendo collassare il sistema di garanzie che le ha permesso di prosperare per ottant’anni per instaurare un sistema fondato su un razzismo sistemico istituzionalizzato, che agli occhi dell’Uomo Bianco dovrebbe servire a contrastare l’insorgere di un ordine multilaterale teso a far cadere l’Egemonia occidentale. Piuttosto che arrendersi ad un passaggio di consegne, storicamente e geopoliticamente ineluttabile (i bianchi sono di meno, non hanno più l’esclusiva delle leve della tecnologia e della narrazione, e sono una popolazione tendenzialmente anziana), l’Occidente preferisce il disperato tentativo di dichiarare guerra al mondo, senza però avere la cognizione della propria reale forza.
Della serie: muoia Sansone con tutti i Filistei.
Ma tu guarda il caso, alle volte.
Proprio i Filistei.
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